Parlando di: Le Città Invisibili di Italo Calvino

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VOTO 3-3.5/5

Pubblicato per la prima volta nel 1972, questo libro contiene delle brevi relazioni di viaggio, di 1-2 pagine, di varie città inesistenti.
è diviso in 9 parti ogniuna delle quali contiene all’inizio e alla fine uno stralcio di conersazione tra Marco Polo (il narratore) e il Kublai Kan, l’imperatore dei tartari.
Le città hanno tutte nomi di donna. Ad una breve descrizione si affianca, la ben più importante descrizione degli stati d’animo, le sensazioni che la città stessa suscita.

IL MIO PARERE: …più si perdeva in quartieri sconosciuti di città lontane, più capiva le altre città che aveva attraversato per giungere fin là, e ripercorreva le tappe dei suoi viaggi, e imparava a conoscere il porto da cui era salpato, e i luoghi famigliari della sua giovinezza, e i dintorni di casa, e un campiello di Venezia dove correva da bambino.
Vi ho voluto riportare questa citazione perchè è l’essenza del libro.
Le varie città sono metafore di città reali e della vita.
Non è una lettura d’evasione, ci vuole concentrazione per capirla nel profondo.
Devo dire che mentre all’inizio ero molto coinvolta da quest’opera, andando avanti ho trovato la lettura estenuante e noiosa.
Anche se comunque alcune città mi hanno profondamente colpita.

LE CITTA’ INVISIBILI E L’ARCHITETTURA
Stavo parlando di questo libro con una mia amica e lei mi ha detto che un prof di architettura lo aveva consigliato alla sorella. io non capivo, anche perchè si l’urbanistica è molto presente però il suo ruolo mi è sembrato affine alle metafore e non centrale nella narrazione.
poi però ho capito…(facendo ricerche -.-‘)
In Calvino l’architettura si distingue in verticale ed orizzontale. mentre la verticale rappresenta l’ideale architettonico perfetto, quella orizzontale no. la struttura orizzontale tende a disorientare, a creare confusione ed ad allontanarsi dall’ideale geometrico e simmetrico che invece si realizza nella struttura verticale.
Ma non solo, essendo un libro Calvino, logicamente, non è costretto dalle leggi della fisica e si può sbizzarrire quanto vuole nella creazione delle sue città, ricordandoci che l’architettura non è solamente progettazione e costruzione, ma anche un’arte visiva plastica.L’architettura è la più antica professione sulla terra, l’arte del costruire, ma anche l’arte di rappresentare le cose (Renzo Piano).

GRAZIE per aver letto la recensione, se ne volete leggere altre le potete trovare QUI

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FONTE: http://italies.revues.org/4471?lang=it usata per la costruzione verticale e orizzontale in architettura.

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